PROGETTO DEFICIT DI ALFA1-ANTITRIPSINA E ASMA BRONCHIALE
La Società Italiana di Pneumologia/Italian Respiratory Society (“SIP/IRS”), di concerto con la Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica (“SIAAIC”) hanno deciso di promuovere il progetto denominato ”Deficit da Alfa1-Antitripsina e Asma Bronchiale” legato al Progetto SANI – Severe Asthma Network Italy by Centri di Riferimento GINA SIP/IRS SIAAIC.
Razionale scientifico e Obiettivi
Cosa è il Deficit di Alfa1-Antitripsina AATD?
Il deficit di AAT è un disturbo autosomico recessivo con espressione codominante, che aumenta il rischio di sviluppare vari tipi di patologie tra le quali, di maggior rilievo sociale, quella polmonare (broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), enfisema polmonare) e quella epatica (cirrosi, carcinoma epatico).
Il deficit di AAT è una condizione genetica e quindi ereditaria per cui una proteina importante per la protezione dei polmoni, l’Alfa1-Antitripsina appunto, è insufficiente o alterata. L’Alfa1-Antitripsina è prodotta dal fegato, ma il suo principale effetto protettivo è a livello dei polmoni dove entra attraverso il sangue. I nostri polmoni sono quotidianamente esposti ad una serie di sostanze irritanti che provengono dall’aria respirata, inoltre in caso di infezione sono aggrediti da enzimi prodotti dai globuli bianchi (in particolare l’elastasi neutrofila) che nel tentativo di proteggerci dall’infezione in corso possono provocare un danno ai tessuti del nostro organismo. Il compito dell’AAT è frenare l’azione di questi enzimi ed evitare che essi danneggino gravemente il tessuto polmonare. I soggetti affetti da questa condizione possiedono un codice genetico alterato per l’AAT, quindi le cellule del fegato non possiedono un’informazione corretta per la sua produzione. In conseguenza di tutto ciò i livelli di AAT nel sangue sono inferiori al normale e la proteina viene prodotta in modo alterato e non è in grado di svolgere correttamente la sua funzione. Nel caso in cui venga prodotta una proteina difettosa è possibile che si sviluppi una malattia del fegato in quanto quest’ultimo non riesce a liberarla completamente delle sue cellule formando al loro interno degli accumuli che possono danneggiarle fino ad arrivare, nei casi più avanzati, alla cirrosi epatica.
Attraverso una maggiore consapevolezza di questa condizione ereditaria come possibile causa di peggioramento clinico, si potrà valutare se e come le due condizioni (asma severo e AATD) possano evidenziare un fenotipo particolare.
Se questa ipotesi dovesse essere confermata, potrebbe aiutare a spiegare perché i pazienti asmatici gravi con deficit di AAT hanno un peggioramento del controllo dell’asma rispetto a quelli senza deficit di AAT, che invece reagiscono meglio al trattamento del fenotipo biologico eosinofilo dell’asma.
L’assenza di AAT potrebbe predisporre a iper-reattività bronchiale e potrebbe partecipare alla fisiopatologia dell’asma. I pazienti con deficit di AAT e asma concomitante hanno una prognosi peggiore. La risposta al broncodilatatore in questi pazienti si associa a un più rapido declino del FEV1 e a peggiori outcome clinici.
I meccanismi biologici sottostanti non sono stati ancora pienamente chiariti ma vari studi suggeriscono che L’AAT possa svolgere un ruolo importante nella modulazione degli eosinofili.
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